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Da "Avvenire" del 9 Settembre 2005
Podcasting, la rivoluzione arriva in voce
E ora che i blogger hanno imparato a farsi sentire per iscritto, è tempo di vedere se sanno anche parlare. Lo strumento c’è, e ha un nome: "Podcasting". Per qualcuno è figlio di un acronimo ("Personal Option Digital Casting"), per i più è un parente stretto dell’iPod, il lettore di file audio più coccolato del mondo. Nell’uno e nell’altro si racchiude la sua natura: il Podcasting è una pratica che consiste, da un lato, nel registrare contenuti audio e renderli disponibili nel Web, e dall’altro nello scaricare gratuitamente queste tracce sul computer o su un qualsiasi lettore portatile, per ascoltarli nei tempi e nei modi che si preferiscono. Con, in più, la possibilità di accedere giorno per giorno agli aggiornamenti dei "programmi" preferiti, utilizzando ad esempio un software come iPodder (www.ipodder.org).
Più facile a farsi che a spiegarsi. Ma la sostanza è che, proprio com’era accaduto per i blog "scritti", il Podcasting permette due piccole rivoluzioni: la diffusione di voci di "gente comune" (non giornalisti, non professionisti della radio o dell’intrattenimento) verso un pubblico potenzialmente vastissimo, e la costruzione di palinsesti personalizzati, in cui si può scegliere cosa ascoltare e quando.
Quanto ai contenuti, bisogna solo imparare a orientarsi. Quella del Podcasting è una galassia in continua espansione: per facilitarne l’esplorazione, si possono solo indicare alcuni punti di riferimento. Per non andar troppo lontano e farsi una prima idea, si può partire per esempio dal sito www.podcast.net, scegliere "Italian" nella categoria "International Podcast" e assaggiare qualche brano. Si trova ovviamente di tutto: dai contenuti informativi alle registrazioni del cantante Max Pezzali che commenta la sua tournée, dalle considerazioni al volante di "Pendodeliri" alla voce femminile che racconta di come si tinge i capelli in casa e di come ha scoperto l’importanza dei coperchi. Ma anche argomenti molto specifici. Gli autori di www.dacapoalfine.it, per esempio, trattano di musica colta: in otto mesi hanno già raccolto un pubblico che loro stessi definiscono insperato.
Come accade a volte per i blog, il risultato di questa prima ricognizione può anche non essere un amore a prima vista. Prima di individuare ciò che interessa, poi, occorre un po’ di tempo e fortuna: data l’opacità del mezzo, bisogna ascoltare i brani per almeno un minuto prima di decidere se meritano di entrare a far parte del nostro palinsesto o se passare ad altro.
C’è chi dice che il Podcasting potrebbe essere la prossima moda dopo i blog, ammesso che i blog siano solo un fenomeno di costume e non uno strumento sempre in cerca d’autore. Forse è vero, però, che anche il Podcasting avrà bisogno di un periodo di rodaggio che permetta di risolvere un paio di dubbi: soddisfa un bisogno esistente o punta a crearlo? Viene incontro alle nostre abitudini o ne richiede di nuove? Per avere la risposta, non c’è che da rimanere in ascolto.
- Messaggio per la nostra cellula dormiente: perchè Pezzali sì e noi no? ;-)
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